Nautae plavis (il guadatore)

Per creare i collegamenti tra le due sponde del Piave furono creati passi barca o passi a barca, poiché l’acqua possente e impetuosa era una vera barriera. I luoghi scelti per il passo dipendevano dalla natura della sponda e della profondità dell’acqua, dagli insediamenti vicini e della viabilità presente. I passi barca hanno rappresentato per la gente rivierasca e per i viaggiatori un importante riferimento dato che i guadi naturali erano pochissimi e inutilizzabili nei periodi di piena. Questi passi erano disseminati lungo il Piave e lì era possibile il trasferimento di uomini e merci da una sponda all’ altra del fiume. Inizialmente erano di proprietà degli aristocratici che dopo averne acquisito il diritto della Repubblica di Venezia, lì davano in affitto a famiglie del luogo, ricavandone guadagno dalle tasse di pedaggio. In alcune località esisteva la figura del guadatore: si trattava di povera gente che metteva a frutto la propria conoscenza del fiume per portare a spalle chi doveva raggiungere la sponda opposta. Essi offrivano servizio e orario continuato (anche di notte). Un compito ricompensato miseramente e che spesso costava la vita a questi uomini.