La righea

Il gioco della righèa o rigolana è legato al periodo della Pasqua. Vi sono stati periodi nei quali ogni borgo, ogni “cortivo”, costruiva una o più righèe. Poi la tradizione andò declinando, per esser poi fatta rinascere, da una ventina di anni a questa parte. La “righea” è una specie di biliardo che coinvolge giocatori di tutte le età.  Si gioca in un piccolo catino di terra e sassi, creta e fango,costruito in gruppo, con pala, cazzuola e olio di gomito. Lungo le sponde del catino a turno i giocatori fanno rotolare delle uova sode, dipinte con colori diversi e vivaci per distinguerle le une dalle atre; lo scopo è quello di colpire le uova avversarie, ammaccandole senza danneggiare le proprie, o di far raggiungere all’uovo una moneta gettata precedentemente nel campo. L’uovo che arriverà per primo farà vincere al proprio proprietario la monetina disposta nel campo. Finita la partita si ripescano le uova dal campo di gioco con il ranzìn, un bastoncino ripiegato ad una estremità e, riavute le uova tra le mani, si ricomincia una nuova partita. Quando le uova si ammaccavano invece si prende un po’ di sale e sono pronte per essere mangite.